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Immagine del redattoreclaudia colombo

La rabbia nelle relazioni

Aggiornamento: 7 apr

Mi ritrovo spesso a confrontarmi con le credenze errate che abbiamo sulle cosiddette "emozioni negative" (rabbia, dolore, disgusto). Oggi vorrei condividere con voi una breve riflessione sulla rabbia. Se consideriamo l'etimologia della parola "aggressività", troviamo il termine latino "ad-gredior"= andare verso. La rabbia origina da un dolore, una ferita, un varco che l'altro ha aperto nel nostro mondo interno, lasciandoci vulnerabili. Ed è la reazione naturale e biologica volta a ristabilire i miei confini, mentre cerco di rimarginare quella lacerazione (per questo necessita di tempo per scemare). Un'emozione. Nè più né meno delle altre. Può farmi immaginare le più feroci atrocità, ma restiamo nell'ambito lecito del fantasticare. E' il dopo, come noi gestiamo questi momenti, la possibilità di elaborarli e, come nella tecnica giapponese del kintsugi, esaltarli trasformandoli in preziose cicatrici dorate, che fa la differenza. La rabbia anzi fortifica una relazione, di qualsiasi natura essa sia, proprio perchè avvicina le persone, le quali hanno la possibilità di confermare questa vicinanza lasciando aperte le vulnerabilità emerse anziché, come sovente accade, chiudendole precipitosamente. La carne viva che è stata scoperta può, in un rapporto sano e vitale, essere comunicata e condivisa all'altro e diventare patrimonio unico, gioiello inestimabile per quella relazione.

 

"Non è la rabbia ad uccidere i rapporti, ma la stanchezza. Se mi arrabbio, ci sono. Se mi arrabbio, ti penso. Se mi arrabbio, mi sei dentro. Ma, se mi stanco, mi spengo. Se mi stanco, sono altrove. Se mi stanco, mi hai perso" (cit.)

    


personaggio rabbia del film Inside Out della Disney
Immagine tratta dal film Disney Pixar "Inside out"



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