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Immagine del redattoreclaudia colombo

Autolesionismo



una ragazza triste seduta in una camera

Vorrei parlare oggi di un disturbo molto diffuso, specialmente (ma non esclusivamente) tra gli adolescenti. Questo fenomeno sembra contrastare la comune predisposizione a prendersi cura di sè e della propria salute. I soggetti nel caso specifico si danneggiano, causandosi ferite e alterazioni dei tessuti di vario tipo (tagli, graffi, morsi, bruciature con fuoco o acqua bollente). Questi necessitano dell'attenzione degli operatori della salute ma spesso arrivano allo scoperto dopo mesi o anni in cui il fenomeno è stato praticato di nascosto, con grande abilità dissimulatoria e servendosi dell'abbigliamento per coprirsi. La pratica assume per il soggetto il significato di dare sollievo a vissuti che sono causa di intenso tormento e che possono andare dal vuoto alla vergogna, alla rabbia o alla frustrazione: "Cerco di procurarmi un dolore fisico per non sentire il dolore interno". A volte la rabbia provata verso l'ambiente esterno viene indirizzata verso se stessi. Altre volte il comportamento si pone come estremo tentativo di comunicazione per richiamare attenzione o richiedere un cambiamento ambientale. A volte ancora permette di riancorarsi ad una realtà che sembra sfuggire di mano o da cui difensivamente il soggetto si allontana e che solo così, in modo estremo, può essere nuovamente esperita e percepita. Il significato, tuttavia, va indagato personalmente in quanto espressione della storia di ogni specifico individuo.

L'autolesionismo va distinto dal desiderio di morire, che non è la finalità ricercata, sebbene la pratica esponga il soggetto a un maggior rischio di morte, soprattutto laddove vi sia una escalation nella gravità degli atti.

Importante risulta il riconoscimento precoce del fenomeno, a partire da segnali di allarme quali cambiamenti nelle abitudini (del sonno, dell'appetito, della cura, del rapporto con gli amici, del rendimento scolastico), che sovente indicano una frattura con se stessi o con l'ambiente, umore depresso, abuso di sostanze. Sono comportamenti che possono spaventare chi li osserva, determinando perciò facilmente reazioni di ritiro ovvero di giudizio, mentre è necessario un atteggiamento di ascolto e supporto, che un professionista della salute può offrire.

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