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Dinamiche dell'infedeltà

Aggiornamento: 16 set





La questione dell'infedeltà può e deve essere affrontata su più livelli.

Da un punto di vista individuale, essa richiama ovviamente la triangolazione edipica infantile (Freud) e i modelli di attaccamento (Bowlby et al.). Pertanto è importante ricostruire la storia personale e le dinamiche famigliari per analizzare, alla luce di queste, lo schema presente e, nello specifico, la posizione in cui l'individuo si colloca nel triangolo. Ciò è vero in particolare nei casi - frequenti - in cui vi sia una ripetizione dello stesso meccanismo per cui il soggetto si viene a trovare sempre nello stesso ruolo anche con persone differenti. A quale dinamica profonda, inconscia, ciò dà voce e simboleggia?

Da un punto di vista relazionale, invece, innanzitutto occorre distinguere tra situazioni in cui il tradimento è occasionale, sessuale, disimpegnato, da quelle in cui si instaura una vera e propria relazione alternativa a quella ufficiale, parallelamente alla quale può andare avanti per anni o di cui può determinare una rottura.

Nel primo caso occorre indagare i motivi per cui la sessualità è scissa dalla vita pubblica quotidiana e relegata nell'ombra, in un luogo altro segreto, protetto o sporco a seconda dei casi; altri elementi da valutare sono il bisogno di approvazione ed elementi di fragilità dell'autostima, non del tutto consolidata, che resta legata ad aspetti di performance e conquista, oltre che la dinamica desiderio - amore (v. post correlato) e l'incapacità di percepire l'altro come soggetto.

Nel secondo caso, si crea un vero e proprio sistema alternativo con regole, ruoli e copioni, che assolvono a funzioni psichiche specifiche.

Non infrequentemente, dall'analisi emerge una sorta di "patto segreto", taciuto e implicito, per la condivisione del/la fedifrago/a tra partner ufficiale e amante: elementi eclatanti verso i quali il partner tradito si dimostra ripetutamente cieco, in un processo inconscio di disattenzione selettiva. Similmente, l'amante frequentemente ignora caparbiamente gli elementi che attestano che la persona amata non chiuderà mai la relazione ufficiale per portare alla luce del sole quella clandestina (fino a sentirsi il "terzo danneggiato" quando realizza di non poter ottenere un impegno esclusivo). Abbiamo quindi ai due lati di un simile triangolo due tipologie di persone che legittimano un certo grado di manipolazione e che accettano una relazione di (presunto) amore in cui non sono unici e insostituibili. Quali meccanismi sostengono tale comportamento? Possiamo ipotizzare un certo grado di irrisoluzione, bassa autostima, il timore di avere un partner tutto per sè e/o di restare soli, deficit nel confronto tra ideale (cui si rimane strenuamente aggrappati) e realtà, attaccamento insicuro e dipendenze affettive. Tutti elementi da valutare nei casi specifici e di cui comunque riconoscere le motivazioni, per poterle elaborare e superare.

Figura centrale è quella dell'amante, che diventa sovente il capro espiatorio per gli altri attori coinvolti, ma perchè esiste? quale funzione va ad assolvere nella dinamica della coppia ufficiale? Inserendosi come un terzo, si propone come elemento organizzatore o disorganizzatore della coppia ufficiale. Esso/a suscita le fantasie sia del traditore sia del partner tradito. Per il traditore, l’amante va a sopperire a delle carenze della relazione ufficiale che non vogliono essere affrontate nella coppia, per cui cerca rifugio al di fuori di essa, in una sorta di mondo ideale perfetto. La relazione clandestina non causa quindi la crisi nella coppia ufficiale, semmai la copre, nascondendone le mancanze che vengono appagate altrove anzichè essere risolte nella diade originaria. L’amante ridà vitalità, creatività a una vita diventata monotona o problematica. Fa risvegliare dal torpore e regala incontri magici, appaganti, fantasiosi, anche perché clandestini, quindi già di per sé eccitanti. Restituisce quella sensazione di sentirsi unici, eccezionali che in una relazione istituzionalizzata, quotidiana, inevitabilmente viene meno. Libera dal giudizio, permette di giocarsi in un nuovi ruoli, fuori dalla ripetitività quotidiana in cui a volte ci si può sentire intrappolati.

Nel caso di una relazione satellite, come afferma David Carder, possiamo individuare quattro fasi:

  • una crescente attrazione reciproca: il più delle volte, l’inizio avviene in modo innocente, senza premeditazione, con messaggi, sguardi e un desiderio sempre più forte di stare vicini. In questa fase l'attrazione viene negata e combattuta

  • intreccio: i due potenziali amanti cercano in tutti i modi di incontrarsi, di parlarsi. Molto si gioca sul piano verbale e non verbale, parole e gesti che suscitano il desiderio reciproco. Questo è il punto di svolta, l’intrappolamento, preludio all'innamoramento, una forza che trascina i due verso la fusione e che ha come componente principale l'idealizzazione reciproca. Si inziano a costruire castelli di bugie e a sottrarre tempo e attenzioni al resto. Il disinvestimento verso la coppia precedente è massimo perchè la potenza dell'innamoramento, l'attrazione sessuale sovvertono ogni altro legame

  • rinforzo intermittente: ogni tentativo di allontanarsi (per rimorsi, sensi di colpa, paura di fronte alla forza dei sentimenti che caratterizzano la fase precedente) è seguito da periodi di ripresa della frequentazione che di fatto intensificano e cementificano l'unione

  • termine e risoluzione, con il ritorno alla situazione diadica tramite rottura di una delle due relazioni. Laddove ciò non avviene, è perchè la complementarietà è così strutturata che interrompere una relazione metterebbe invariabilmente in crisi anche l'altra

Nei casi in cui sia l'amante a porre fine alla relazione, come ogni separazione comporta vissuti di lutto anche intensi che però, data la clandestinità della situazione, devono essere dissimulati, il che può comportare un carico emotivo ulteriore.

Nei casi in cui invece i sentimenti intensi verso il nuovo partner sovrastano una relazione precedente giunta ormai al termine, si può creare una neo-coppia che dovrà fare i conti con due elementi critici: essere fondata su un tradimento primario e il confronto con la realtà, che può portare, una volta venuti meno i presupposti di segretezza, proibito e idealizzazione, ad uno scivolamento verso dinamiche presenti nella coppia precedente e mai affrontate nè risolte.

Nel momento in cui la relazione clandestina viene rivelata, infine, questo può unire o dividere la coppia precedente, in ogni caso la modifica perchè ne cambia le premesse iniziali. Per questo, fare finta di nulla, voler cancellare e ignorare quanto è stato, far diventare l'amante il capro espiatorio e cercare di ripristinare lo status quo si rivela inevitabilmente una strategia fallimentare. L'infedele tradisce innanzitutto se stesso, perchè, soddisfacendo di nascosto i suoi bisogni, non li esprime all'altro che ne resta così all'oscuro. Nel momento in cui il tradimento viene svelato, porta quindi prepotentemente in rilievo i bisogni taciuti, mostrando l'impasse in cui la coppia si era venuta a trovare (crisi che il traditore aveva cercato di risolvere fuggendo in un altro legame). Focalizzare solo il ruolo dell'amante va nuovamente e illusoriamente a nascondere le criticità presenti nella coppia, rifiutandole, espellendole all'esterno, che è esattamente la medesima dinamica che aveva sostenuto la relazione alternativa. Il modo migliore per affrontare un tradimento è quindi in senso evolutivo, considerandolo un evento di coppia che richiede cambiamenti necessari, un punto di svolta per un nuovo equilibrio e nuove consapevolezze. Un percorso indubbiamente faticoso che necessita di lavorare sulla fiducia tradita, sul ripristino dell'autostima e sul potenziamento di meccanismi di comunicazione aperta e sincera, così come sulla capacità di risoluzione dei conflitti, per cui può rivelarsi necessario e utile il supporto di una terapia individuale e/o di coppia.

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