La domanda principe che ci deve accompagnare quando parliamo di bambini è "è nel suo interesse evolutivo?". Se teniamo presente ciò, un comportamento tipico ed assolutamente diffuso nella nostra società come l'uso di tablet e smartphone fin dalla tenerissima età, verrà a mostrare evidenti criticità. Esso infatti determina, come sostenuto da evidenze scientifiche e riportato nel Documento approvato dalla 7° commissione permanente del Senato (seduta del 9 giugno 2021), gravi alterazioni nella sfera cognitiva, affettiva e creativa.
Se è vero che i dispositivi digitali intrattengono, istruiscono, abbattono ogni ostacolo e "rispondono" alle richieste di attenzione, è altrettanto e ancor più vero che indici di successo, felicità e soddisfazione in età adulta sono prevalentemente a carico dell'intelligenza emotiva, che viene da una comunicazione interpersonale adeguata, fatta di sguardi, contatti, empatia e presenza affettiva, oltre che da esperienze attive, esplorazione e manipolazione.
Comparando l'infanzia, l'età della lentezza (prerequisito alla riflessione), priva dell'ansia del tempo, ricca di curiosità, con le caratteristiche del digitale, regno della velocità, del flusso di immagini, del rifiuto dell'attesa e della lentezza, ci apparirà subito evidente una netta discrepanza. Peraltro, musiche, colori e suoni inducono uno stato di eccitazione continua, al cui confronto tutto il resto è noia, stimolando la produzione di dopamina e adrenalina e nel dettaglio l'attivazione di lobo frontale ed amigdala, esattamente con lo stesso meccanismo delle droghe, con un conseguente stato di stress continuo che può arrivare ad alterare il ritmo sonno-veglia, in un periodo in cui il cervello è estremamente plastico e si strutturano le sinapsi (collegamenti neuronali) in base alle esperienze che si fanno. Se un tempo queste esperienze includevano con il gioco tradizionale manipolazione, coordinazione, regole, impegno, collaborazione e rielaborazione attiva, prerequisiti indispensabili per sviluppare autocontrollo, attenzione, concentrazione, memoria ed apprendimento, ora il sovraccarico di stimoli passivi, l'isolamento e la ripetitività di un unico gesto, un unico dito, disperdono e frammentano l'attenzione, con il prevalere di memoria a breve anzichè a lungo termine e favoriscono la distrazione al posto dell'apprendimento.
A confermare l'analogia con le droghe, è stata verificata in adulti e bambini una vera e propria crisi di astinenza e reazione di angoscia da separazione in mancanza dello smartphone o del collegamento web. La sindorme descritta ha preso il nome di nomofobia (no mobile phobia).
Pensando in particolare ai videogiochi ed ai video su piattaforme come youtube, abbiamo la responsabilità di porci altre domande: I bambini sono attrezzati dal punto di vista cognitivo ed emotivo per gestire questo sovraccarico di stimoli o sono carenti degli strumenti per orientarsi e sostenerlo? Sono in grado di distinguere tra reale e non-reale? I giochi digitali infatti richiamano aggressività ed istinti su un piano virtuale, impedendone quindi l'espressione. La morte viene presentata come svincolata dalla realtà e dal dolore, insignificante se non auspicata (per vincere) ed esaltante. La realtà virtuale rinforza l'onnipotenza ed il pensiero magico che caratterizzano l'età infantile, senza gli agganci con la realtà necessari per superarlo, spazio e tempo sono alterati così come vita e morte, ma le reazioni fisiche che si producono nel corpo del bambino sono quanto mai reali (tachicardia, sudorazione e le già citate produzione di dopamina e adrenalina). Abbiamo dato ai nostri bambini gli strumenti critici per interpretare tutto ciò?
I dispositivi digitali sono diventati una sorta di soluzione magica per la noia, l'attesa, ed assolvono alla funzione di baby-sitter per calmare capricci e rabbia o gestire frustrazione. Comprenderete le conseguenze evolutive di un surrogato genitoriale che non sia un ricevitore attivo e non dia una risposta nè un rispecchiamento emotivo: un oggetto si frappone in una comunicazione interpersonale e viene demandato alla gestione di un'emozione che lo stesso genitore è stato incapace di contenere. Tali dinamiche ripetute andranno a sviluppare strutture di personalità incapaci di comunicare col proprio sè, di valutare e gestire emozioni proprie e altrui, di sviluppare tolleranza, empatia ed in grado di risolvere conflitti.
I rischi di un indiscriminato utilizzo dei dispositivi digitali fin dall'infanzia sono gravi: ansia, depressione, obesità, aggressività, dipendenza, disturbi del sonno, demenza digitale, disturbi dell'attenzione e dell'apprendimento.
Quindi, no deciso a schermi digitali al di sotto dei 2 anni e, sopra questa età, mai più di 1 ora al giorno, sempre in compagnia e sotto vigilanza degli adulti. In più, ma non secondario, gli adulti devono imparare a gestire i propri tempi di utilizzo degli smartphone perchè, si sa, l'esempio è la maggior fonte di ispirazione ed insegnamento (imitazione sociale). Se volete un confronto o una guida per gestire l'utilizzo dei dispositivi digitali per i vostri bambini, potete contattarmi.
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