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Immagine del redattoreclaudia colombo

L'arte dei sogni

Aggiornamento: 25 mar

“Ieri notte ho sognato di essere una farfalla e ora non so se sono un uomo che ha sognato di essere una farfalla o una farfalla che sogni di essere un uomo” (poeta cinese)

Freud considerava il sogno “la via regia” per accedere all’inconscio. Ed è con la pubblicazione dell’ “Interpretazione dei sogni” che si data la nascita della psicoanalisi. In realtà il percorso che portò Freud a costituire questa nuova disciplina fu più complesso e illustri medici, pensatori, artisti ne furono precursori. Lo stesso sogno è oggetto di interesse fin dalle più antiche civiltà. Indovini, sacerdoti, oracoli e sciamani prestavano grande attenzione ai messaggi recati nel sonno, intesi ora come segni divini ora come esperienze reali dell’anima, ed anche i profani erano pronti a darvi ascolto. E’ la nostra società che, a partire dall’Illuminismo, ha prevalentemente dimenticato questo linguaggio e relegato i sogni ad assurdità prive di interesse per l’uomo adulto in quanto senza realismo e utilità pratica. Ebbene, le esperienze vissute durante il sonno non sono prive di logica; piuttosto, rispondono ad una logica differente da quella che domina la nostra attività nella veglia.

Il sogno è - dice Freud - il “guardiano del sonno”. Serve a permettere l’espressione di pulsioni rimosse, risalenti all’infanzia e camuffate in modo che la coscienza non se ne accorga ed il sonno possa essere preservato. Esso si serve del linguaggio simbolico, laddove il contenuto manifesto cela un più profondo e minaccioso (per l’Io) contenuto latente. Tempo e spazio sono sostituiti da intensità e associazione. Gli scenari cambiano improvvisamente, i personaggi racchiudono sollecitazioni da più individui reali o mettono in scena oggetti psichici differenti, i limiti corporei sono superati. Tuttavia, il sogno non è solo luogo di scarica di impulsi negativi e desideri infantili repressi, come sosteneva Freud, ma in esso vi è anche una capacità di giudizio più fine e saggia che non da svegli. Esso è dunque orientato al futuro e non solo al passato. Nel sonno, liberi dai rumori cui siamo esposti quotidianamente, che ci influenzano, distraggono e distolgono da noi stessi, possiamo immergerci nel nostro Sè più profondo. Nei sogni affiora allora tanto la nostra parte peggiore quanto quella migliore. Ecco perchè se non diamo loro ascolto perdiamo una straordinaria opportunità di comunicare con noi stessi. “Un sogno non interpretato è una lettera non letta” (Talmud)

BIBLIOGRAFIA:

FROMM, E. (1951), Il linguaggio dimenticato, Bompiani, Mi, 1961.

    

tre acchiappasogni appesi ad un muro bianco


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