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Immagine del redattoreclaudia colombo

Bias percettivi, cognitivi ed emozioni

Aggiornamento: 25 mar




due visi di colore bianco di profilo e nel mezzo un vaso nero

Conoscerai di sicuro questa e altre famose immagini di illusioni ottiche, immagini impossibili (Escher ne ha fatto il fulcro della sua straordinaria arte) o immagini che non possono essere viste contemporaneamente ma solo focalizzandosi su un elemento alla volta (mentre l'altro scompare).

Ebbene, nella vita quotidiana noi possiamo fare solo esperienza diretta, soggettiva e relativa delle cose. Un'esperienza che è spesso viziata da errori percettivi, inganni dei nostri sensi o, meglio, dovuti alla fisiologia del nostro organismo, ovverossia come l'informazione raccolta a livello periferico viene rielaborata a livello cerebrale.

Non solo i nostri sensi ci ingannano, ma anche il nostro pensiero incorre spesso in errori di (pre)giudizio, fenomeni di disattenzione selettiva e di repressione del dubbio. Noto è ad esempio il fenomeno della dissonanza cognitiva (Festinger), per cui di fronte ad un elemento nuovo che contrasta le nostre precedenti convinzioni, la nostra prima, immediata e spontanea reazione sarà quella di modificare l'evento/oggetto per mantenere inalterata la nostra interpretazione e formulazione della realtà.

Questi bias cognitivi sono per gran parte responsabili di incomprensioni relazionali, chiusure e rigidità, ad esempio quando un'informazione viene sovrastimata tanto da oscurare quelle successive, oppure quando presupponiamo e pretendiamo che l'altro abbia la nostra stessa prospettiva.

Oltre a ciò, siamo esposti all'interferenza emotiva che ci può rendere, se non siamo adeguatamente in grado di discernere le nostre emozioni, suggestionabili e manipolabili da un lato ed intolleranti dall'altro.

Ti voglio coinvolgere in un esempio pratico con cui spero di stimolarti una riflessione:


due uomini che guardano delle travi e ne indicano il numero

Quante sono le travi presenti in questa immagine? Onestamente, quanto spesso litigi scaturiscono da situazioni simili e potrebbero essere evitati?

Facciamo attenzione, nella nostra vita quotidiana, a non assolutizzare ciò che noi percepiamo e a porci il più spesso possibile in una posizione di ascolto (nostro e dell'altro).


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